Sono coinvolta fino all’ultima cellula del mio corpo: ho parlato tanto della Syria, in primis quando ancora non vi avevo messo piede, in seguito calpestando un suolo di sangue e dolore, morti e squallore, distruzione e orrore.
Che altro potrei aggiungere oggi?
E’ una guerra sporca, che a fronte degli ultimi avvenimenti continuerà sino al giorno del giudizio, se mai ve ne sarà uno.
Erdogan, Putin, Assad, il governo americano e quello iraniano, qualche intrusione israeliana di contorno e chi più ne ha più ne metta: tutti coinvolti in una inarrestabile corsa al potere, perchè la Syria è il centro nevralgico di interessi territoriali e geopolitici.
Io provo ammirazione per il popolo siriano, che dopo anni di guerra e stenti, ha creduto di iniziare una nuova sfida: ricostruire intere città e paesi, con orgoglio e senza pregiudizio, tirandosi su le maniche per una pace a cui non frega niente a nessuno.
Sì, perchè da Ottobre 2019 la terra è nuovamente in fiamme, il nord si consuma fra bombe e combattimenti: Erdogan intento ad emulare Hitler, che fa fuori i curdi attraverso una pulizia etnica senza precedenti e sotto gli occhi della comunità internazionale.
La Turchia e il suo pugno di ferro, che massacra uomini, donne e bambini, non guarda in faccia nessuno, perchè, ricordiamolo, il popolo curdo ammonta a circa 35-40 milioni, di cui oltre 20 presenti sul suo territorio: i curdi sono scomodi, cercano la libertà, inneggiano alla democrazia, sono fieri, coraggiosi.
Nel mentre l’Isis, rinvigorito dalle sovvenzioni turche, sta riportando violenza e terrore nel Rojava, distruggendo una neo-nata democrazia mediorientale di profondo spessore e senza precedenti in tutto il Medioriente.
Per finire il recente assassinio del generale Suleimani ha spianato la strada a nuovi scenari di divisione del potere.
Notizia di un paio di giorni fa: un attacco russo a un convoglio turco a Idlib uccide 36 persone, soldati turchi. Per rappresaglia, la Turchia lancia un attacco di droni armati di ultima generazione, provocando morti e feriti tra soldati siriani e alleati, Hezbollah e Fatimiy’oun.
La Turchia ha i mezzi e nella pratica se ne infischia dell’accordo firmato nel 2018 ad Astana, non l’ha mai rispettato: sconfiggere le linee di difesa dei jihadisti non rientra nei piani, perchè questi ultimi fanno comodo per destabilizzare il territorio siriano.
E’ semplice tattica da guerriglia, in quanto il dittatore turco non vuole lasciare il paese, anzi, rivendica le sue intenzioni di restare presente in Siria in modo permanente (ndr dichiarazione del 29/02/2020).
La Turchia, già entrata con le sue truppe in Siria nel 2016 in funzione anti-curda, vuole mantenere il controllo di un territorio in base al principio di «profondità strategica»: in pratica governare gli assi autostradali Nord-Sud (Aleppo-Damasco) e Est-Ovest, in direzione Latakia, per poi piazzarci come pacchi parte dei tre milioni e mezzo di profughi siriani al momento sul suo territorio.
L’obiettivo delle truppe di Assad e dell’aviazione russa è strappare alla Turchia questi collegamenti essenziali, chè è ormai chiaro che Syria, Russia, Iran e alleati abbiano preso una cantonata sulle vere intenzioni di Erdogan: il presidente turco combatte a Idlib per appropriarsi di ciò che considera già come territorio turco, la stessa Idlib!
La Turchia unita a jihadisti e Al-Qaeda e la NATO che propone una risoluzione in base all’art. 4: “intervento dell’Alleanza a fianco di un alleato aggredito.”
Follia!
La NATO difende un paese membro che è aggressore e non vittima: “La NATO continua a sostenere la Turchia con una serie di misure, fra cui il rafforzamento delle sue difese aeree, per aiutare la Turchia contro la minaccia di attacchi missilistici dalla Siria.” Dichiarazione di Stoltenberg, segretario generale NATO.
E tutti “gli alleati servi e servili” hanno firmato, tranne la Grecia! Onore ad un paese messo in ginocchio dalla stessa Comunità Europea, che più che un’unione è una masnada burocratica, schiava di poteri che mai gli apparterranno, un soldatino di piombo quasi fuso da più fuochi.
La guerra siriana dimostra, oggi più che mai, quanto nullo sia lo Stato di diritto, non rispettato dall’Occidente.
Quali saranno i prossimi scenari?
Non escluderei un intervento americano, giusto per andar contro a Russia e Iran e perchè in fondo spiace fermare l’avanzata delle loro creature, gli jihadisti.
Nel mentre Putin dovrà decidere il da farsi, chè non si può sempre dare un colpo al cerchio ed uno alla botte: mantenere buoni legami commerciali ed energetici con la Turchia oppure continuare ad avere il controllo a Levante, con la base aerea di Hmeymeem e quella navale a Tartous?
Credo che sia tutto nelle mani del “piccoletto”, perchè non aiutare e agire per conto della Syria ora, adesso e subito, significherebbe lasciare Idlib in mano al terrore e a breve la Jihad raggiungerebbe nuovamente Aleppo.
E’ tutto.
#Blogjuls
Ottimo articolo. Purtroppo nel mondo regna l’ingiustizia e noi piccoli uomini possiamo fare poco. La Siria potremmo essere Noi, un giorno, comunque. La ruota gira per tutti, anche se il tempo forse è infinito…spero nel karma.
Sono d’accordo con te, direi su tutto, tranne sul fatto che noi possiamo fare poco. Sono fermamente convinta che ognuno di noi, nel suo piccolo, può invece fare la differenza! Sono le singole gocce che vanno a formare il mare, no?
Grazie per il tuo contributo e perdona il ritardo nel risponderti. È un momento intenso, in cui faccio fatica a star dietro a tutto.
Juls 🍀
Facciamo bene “il nostro giardino” noi piccoli grandi uomini (e donne ovviamente) ma non sono così ottimista per salvare poi il Sistema…che va sempre verso ingiustizia umana ed autodistruzione del Mondo nostro e non nostro. Tuttavia lottiamo, per degli ideali, o per informare, nel nostro piccolo, come fai tu con i tuoi scritti. Ciao e grazie per la risposta precedente.
Grazie a te, Adriano, per il tuo contributo qui…
Un abbraccio, Juls